Per caso di Fabio Selini - Bornoincontra

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Per caso di Fabio Selini

Premio Letterario
 
"Per caso" di Fabio Selini,
Vincitore Categoria Adulti Edizione 2008



Questo è il segreto di alcuni luoghi di villeggiatura, ti fanno sentire in un posto speciale e allo stesso tempo a casa tua. Borno è così, un luogo inusuale, ma semplicemente famigliare.
Famigliare come questa piazza che osservo e che sento ogni secondo più mia. La sua chiesa vigila dall'alto mentre il campanile alle sue spalle pare una sentinella addetta alla sua sorveglianza, la balaustra che circonda il sagrato, invece, sembra proteggerla e allo stesso tempo accoglie i fedeli aprendosi alla scalinata.
Sono al centro di tutto, come al centro di tutto si trova questa fontana antica che testimonia d'essere ancora viva e vegeta sputando acqua gelida dai mascheroni di pietra. Chissà da dove viene quest'acqua che sgorga frizzante fino a ricadere nella grande vasca ottagonale? Probabilmente dall'alta montagna, incanalata fin qui per fare compagnia alla gente che le passa accanto dandole occhiate confidenziali.
Ho le dita appiccicose, oramai è rimasto sono il bastoncino di legno mentre il ghiacciolo è completamente sparito. Immergo le mani nell'acqua fredda mentre piccoli brividi mi percorrono la schiena.
Sotto i portici i vacanzieri si mischiano e si confondono con gli indigeni locali, difficile capire se quella signora anziana con il foulard al collo sia del posto o una turista, impossibile comprendere se quel ragazzo che legge un giornale sportivo sia un abitante di Borno o un vacanziero, arduo scremare le ragazze che passeggiano leggere tra native o ospiti. In realtà non importa a nessuno, ognuno si gode questa piazza per quello che è, per quello che può dare. Un giornale, un bicchiere di vino, una chiacchiera, una piccola spesuccia, un souvenir e perché no, un ghiacciolo alla menta che si squaglia tra le mani.
l visi delle persone che osservo dalla mia postazione privilegiata mi sembrano famigliari, sorrisi aperti incrociano il mio sguardo sempre meno stranito e sempre più coinvolto e partecipe.
Alzo la testa. Le montagne attorno sono lì sopra immobili ad osservare la vita che trascorre in questo piccolo universo racchiuso tra i palazzi; sembrano non voler disturbare la vita degli uomini, discrete e allo stesso tempo protettive, enormi e riservate.
Sto bene qui, vorrei trascorrerci più tempo, non essere costretto a continuare il mio itinerario che mi porterà lontano. Favoleggio di poter affittare una camera e trascorrerci qualche notte, mangiare un piatto locale, bere del vino corposo, chiacchierare con qualche pensionato in villeggiatura, scherzare con il parroco. Non sarebbe male, anzi sarebbe proprio bello.
Il trillo crudele del cellulare mi sveglia da questo sogno ad occhi aperti. "Arrivo!" dico scocciato alzandomi dal muretto della fontana. Devo ripartire. Sono in ritardo, sempre in ritardo. Come si fa a vivere una vita sempre cadenzata dalle lancette dell'orologio e da tempi decisi da altri? Inutile filosofeggiare adesso, devo proprio muovermi. Un refolo di vento si infila tra i palazzi e mi accarezza il viso quasi che Borno volesse salutarmi cordiale. È' un "Ciao", no meglio un "arrivederci", di certo non un "addio".
Riprendo a camminare ripercorrendo i passi del mio arrivo, una ragazza incrocia il mio sguardo e sorride. Mi illudo che sorrida proprio a me.
Prodigio della mia vanità e di questa mattina d'estate trascorsa in una piazza speciale.
Motivazione della Giuria
Il tempo di un ghiacciolo che si scioglie è sufficiente per far vivere un intero paese nella sua piazza.
 
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