Piccoli spazi, grandi sogni di Giovanni Baccanelli - Bornoincontra

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Piccoli spazi, grandi sogni di Giovanni Baccanelli

Premio Letterario
 
 
"Piccoli spazi, grandi sogni" di Giovanni Baccanelli,
 
Menzione Speciale della Giuria Edizione 2011



 
 
Driiiiin.
 
Eccolo, il suono tanto atteso.
 
Hakim corse immediatamente alla porta, nella speranza di trovare davanti a sé l'amico che lo invitava a giocare.
 
E puntualmente non rimase deluso: Niccolò era lì, col pallone tra le braccia. Senza nemmeno una parola si intesero immediatamente e subito Hakim andò dalla madre a dirle che scendeva in cortile a giocare. Ormai abituata ai ritmi del figlio, non ebbe nemmeno bisogno di fargli le consuete raccomandazioni. Sapeva quanto fosse importante per lui uscire da quel piccolo appartamento in cui la loro condizione di immigrati li costringeva: non potevano permettersi molto di più, perciò gioiva per lui nel vederlo così ben integrato con gli altri bambini del quartiere.
 
E la spia di questo piacere era la determinazione con cui il piccolo, appena terminato il pranzo, estraeva con cura i quaderni dalla cartella, per svolgere il prima possibile i compiti assegnati ed essere subito pronto ad uscire.
 
"Prima il dovere" si era sempre sentito dire dai genitori, e così cercava di ottimizzare i tempi per essere pronto quando gli amici sarebbero giunti a chiamarlo.
 
A quel punto il pomeriggio poteva davvero iniziare.
 
Giù di corsa per le scale del condominio. A salti, due, tre, anche quattro scalini per volta, per non perdere nemmeno un istante. Arrivavano in fondo con il fiatone.
 
Ma ecco che, appena erano all'aria aperta, i polmoni si riempivano nuovamente, pronti a gridare la loro spensieratezza.
 
Bim bum bam. Sasso carta forbici.
 
Chi vince fa le squadre!
 
Dove mettiamo le porte? La faccio io con le felpe.
 
Dettagli, prima di iniziare a correre dietro a quel colorato pallone. Quello straordinario concentrato di amicizia.
 
Goooal! Era fallo! Uno a zero! Che parata! Ahi!
 
Ginocchia sbucciate, all'ordine del giorno. Le mamme pazientemente rammendano i pantaloni.
 
Le mamme che spiano dalle finestre, per controllare che il proprio figlio si comporti bene. Le mamme che ogni tanto ne richiamano qualcuno a casa. Le mamme che arrivano e si mettono a chiacchierare tra di loro. Le mamme.
 
Ma i veri protagonisti sono loro, i bambini. Che, ormai in un lago di sudore, continuano a correre. Ne arrivano di nuovi, ne vanno via alcuni, qualcuno rimane. Qualcuno litiga, ma è una nuvola passeggera. Ma quella nel cielo no: ha offuscato il sole e cominciano a scendere le prime gocce di pioggia.
 
Nel fuggi fuggi generale, Hakim e Niccolò si fermano in disparte. Si abbracciano. Sono come fratelli, così diversi eppure così simili, in quel quadrato di cemento tra le case, che azzera ogni differenza.
 
La pioggia si fa più insistente, in un attimo il profumo primaverile che porta con sé è ovunque.
 
I due bambini, affascinati da ciò, si dirigono nel prato che fa da confine al cortile. Lì vi è una betulla. A dispetto della tradizione che la dipinge come una pianta debole, questa è cresciuta a lungo, sino a diventare un forte sostegno pronta per essere scalata.
 
Per primo Hakim ci prova. I rami umidi rendono la salita più difficile, ma è lì il bello. In un attimo è in cima, seguito a ruota dall'amico.
 
Seduti a cavalcioni, tranquillamente al riparo tra le foglie, si raccontano le loro storie, piccole storie agli occhi dei grandi, immense di fronte alla loro innocenza.
 
Da lì possono scorgere il loro mondo: le rispettive case, il cortile. Da quella postazione privilegiata consegnano al vento i loro sogni: Hakim vuole diventare un calciatore, ce l'ha nel sangue. Niccolò no.Lui vuole diventare architetto.
 
- Perché? - gli chiede stupito Hakim, che poco conosce il mestiere citato dall'amico.
 
- Perché voglio costruire tante case, tanti cortili, tanti giardini. Simili a questi. Per non smettere mai di giocare.
Motivazione della Giuria
Il cortile protagonista e complice di amicizie... amicizie senza confini.
 
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