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UNA CANZONE, UN RICORDO

di Roberto Gargioni

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È emotivamente complicato in questi giorni di pandemia, di preoccupazione e di attesa, trovare un tono adeguato per raccontare una delle manifestazioni estive a cui la nostra Associazione tiene maggiormente. Sto ovviamente scrivendo della 13a edizione del “Concorso Letterario – Racconta una storia breve” dal titolo “Una canzone, un ricordo”: un argomento molto personale che in questo periodo aiuta a dare spazio alla nostra creatività, alle nostre memorie ed ai nostri affetti per guardare al futuro con occhi nuovi pieni di speranza. Victor Hugo diceva: “L’avvenire è la porta, il passato ne è la chiave”. La musica è infatti un linguaggio universale con cui entriamo “in ascolto” fin da piccoli, addirittura ancor prima di venire alla luce. La comunicazione dalle sole sette note che dà origine ai generi più vari (dal pop al rock, dal blues al jazz, dal gospel alla classica e così via) accompagna da sempre le nostre vite e sottolinea momenti e ricordi che vengono custoditi in qualche angolo della nostra mente e nel nostro cuore. Lo testimoniano le tante ricerche che evidenziano come la musica abbia il potere di evocare immagini, pensieri ed emozioni, oltre a migliorare il nostro stato d’animo, come si propone la musicoterapia. L’obiettivo dichiarato di questa nuova edizione del Concorso Letterario 2020 è dunque quello di coinvolgere scrittrici e scrittori, giovani e meno giovani, a rievocare un brano musicale a cui si è particolarmente legati a cui associare una storia particolare della propria vita: un’avventura sentimentale in spiaggia ascoltando un tormentone estivo di Giusy Ferreri; un’escursione in montagna immersi nelle proprie riflessioni personali con in cuffia un brano di Franco Battiato; il racconto di un matrimonio da favola sulle note della marcia nuziale di Felix Mendelssohn; una movimentata cena di Natale in famiglia con in sottofondo la canzone più famosa di Mariah Carey; un lungo viaggio di lavoro in auto tra le colline toscane mentre si canta l’ultimo pezzo di Ed Sheeran; tante altre occasioni vissute o anche solo inventate come una festa scolastica, un concerto, in teatro, allo stadio o in tantissime situazioni che ci è capitato di vivere e di ricordare nel tempo all’ascolto di una canzone. Memorie che al momento ci paiono lontane e che, in attesa di poterle tutti rivivere, rappresentano un sicuro sperone di roccia attorno a cui stringersi.

Gigi Simeoni
Il grande fumettista Gigi “Sime” Simeoni in azione

La tredicesima edizione del “Concorso letterario” organizzata dall’Associazione Circolo Culturale “La Gazza” di Borno (BS) e da “Borno Incontra” intende dunque mettere in risalto la stretta connessione “canzone-ricordo” ed il logo del grande fumettista Gigi “Sime” Simeoni anche quest’anno la rappresenta al meglio con il suo tratto sempre originale.
Confidiamo così che possano giungere tantissimi elaborati che sappiano regalare racconti dove musica e parole si rincorrono tra loro perché, come ha detto bene un Anonimo, “se hai nascosto un ricordo, le canzoni lo trovano”.

La manifestazione si avvale anche quest’anno dei Patrocini della Regione Lombardia e della Provincia di Brescia, della collaborazione con il “Sistema Bibliotecario - Comunità Montana di Valle Camonica” e del Comune di Borno accanto ad alcuni operatori locali quali Assicurazioni “Allianz Ortensi Dessi Fiorini” – Agenzia di Breno, Immobiliare Borno, Cartoleria “Coccinella”, Floragricola “Il Mulino” e il Ristorante-Pizzeria “PizzCamì” oltre al ruolo importante della Giuria per l’impegno e per la qualità del lavoro che svolge: a tutti un sentito ringraziamento.

L’iscrizione al Concorso Letterario è libera e gratuita ed ogni partecipante può inviare un solo elaborato, inedito ed in italiano, mai pubblicato sia in forma cartacea che online (web e social).
Per la “Categoria Adulti”, la “Categoria Giovani Under 18”, la “Categoria Premio Speciale della Giuria” e per l’eventuale “Menzione Speciale della Giuria” ciascun testo deve avere una lunghezza massima di 100 righe scritte su PC in formato Word (.doc oppure .docx), NO PDF, battuto con carattere Arial 12, margini normali di cm 2 per lato, interlinea 1, da inviarsi via email all’indirizzo concorsoletterario@lagazza.it corredato dal presente modulo d’iscrizione debitamente compilato.
È possibile inviare un testo con un titolo diverso purchè il contenuto sia strettamente inerente al tema proposto.
Il testo del racconto e il modulo devono essere inviati congiuntamente via e-mail entro e non oltre sabato 4 luglio 2020.
Non saranno accettati racconti e moduli d’iscrizione in formato diverso da quanto indicato nel presente regolamento.
Coloro che invieranno correttamente il tutto riceveranno in seguito una e-mail di conferma dalla Segreteria Organizzativa.
Gli aderenti che falsificano le proprie generalità in sede di iscrizione o inviano racconti o testi già precedentemente pubblicati su carta oppure online (web e social) saranno ufficialmente squalificati per comportamento ingannevole e lesivo dell’immagine del Concorso Letterario.

La Giuria incaricata designerà, con giudizio insindacabile, gli elaborati ritenuti più meritevoli a cui assegnerà i seguenti premi:
- Primo Premio Categoria Adulti: 300,00 Euro + Targa Vincitore/Vincitrice + Attestato + Vitto e Alloggio per due persone per la Premiazione
- Primo Premio Categoria Ragazzi Under 18: un anno di abbonamento a “SPOTIFY” (Premium Student) + Targa Vincitore/Vincitrice + Attestato + Vitto e Alloggio per due persone per la Premiazione
- Premio Speciale della Giuria: 150,00 Euro + Targa Vincitore/Vincitrice + Attestato + Vitto e Alloggio per due persone per la Premiazione
- Menzione Speciale della Giuria: Attestato
- Primo Premio Speciale “Istituto Bonafini Lab” (rivolto agli studenti delle classi dell’Istituto): Buono di 100,00 Euro + Targa Vincitore/Vincitrice + Attestato
A questo riguardo la nostra Associazione rivolge un grande applauso alle insegnanti e agli insegnanti dell’Istituto Bonafini che con i loro studenti partecipano anche quest’anno al Concorso nel contesto della nuova didattica online introdotta per necessità, mostrando una vitalità non comune nel desiderio di avvicinare i giovani alla scrittura.

Tornando al bando, entro lunedì 3 agosto i vincitori verranno avvisati telefonicamente o via e-mail dalla Segreteria Organizzativa per partecipare alla premiazione.
Gli elaborati inviati resteranno a disposizione dell’Associazione Circolo Culturale “La Gazza” per le finalità del Concorso.
I racconti vincitori saranno pubblicati sul trimestrale cartaceo “La Gazza” e nell’apposita sezione del sito.
Oltre ai racconti vincitori, la Giuria incaricata selezionerà i migliori elaborati da inserire in un’antologia post-Concorso. Ulteriori informazioni

Riguardo alla tradizionale serata di gala di premiazione, in programma a Borno (BS) venerdì 21 agosto 2020 presso l’Anfiteatro del Parco Rizzieri, al momento siamo costretti a restare “sospesi” in attesa delle disposizioni delle Autorità preposte unite al nostro buon senso. Se purtoppo non fosse possibile organizzare l’evento rassicuriamo che i vincitori riceveranno a domicilio i loro premi una volta proclamati dalla meritevole Giuria in quella data. Qualora la manifestazione dovesse aver luogo, ai partecipanti presenti all’evento verrà consegnato un testo in omaggio mentre a chi invece attende trepidante l’uscita del tradizionale libro, pubblicato con l’amichevole collaborazione del “Distretto Culturale di Valle Camonica” nell’ambito del Progetto “La biblioteca diffusa”, contenente i racconti vincitori e selezionati del Concorso Letterario 2019 intitolato “Un sacco di risate”, annunciamo che sempre il 21 agosto nel tardo pomeriggio verrà organizzato un Aperitivo Letterario ad hoc per lanciare l’antologia, salutare i partecipanti, conoscere i componenti della Giuria ed incontrare un Ospite Speciale. Nascerebbe così un nuovo appuntamento (il condizionale è di dovere) per valorizzare il lavoro di tanti scrittori, soci e collaboratori della “Gazza” in un unico contesto culturale di cui ora è prematuro parlarne. Con l’augurio di rivederci il prima possibile in un periodo più favorevole, prendo a prestito una famosa frase del famoso musicista, ex Beatles, John Lennon: “Tutto andrà bene alla fine. Se non va bene, allora non è la fine.”

I MIEI PRIMI 50 ANNI DA VILLEGGIANTE

di Pino Botta

Nel lontano 1970 Presidente della Repubblica era il socialdemocratico Giuseppe Saragat e Presidente del Consiglio il democristiano Mariano Rumor. Il Cagliari di Gigi Riva vinse lo scudetto e l’Italia vinse 4-3 la Partita” del secolo con la Germania, ma perse 4-1 la finale della Coppa Rimet contro il Brasile. Ci consolammo al cinema con “Anche gli angeli mangiano fagioli” con Bud Spencer e Terence Hill...

Il Festival di Sanremo venne vinto da Celentano e Claudia Mori con “Chi non lavora non fa l’amore” davanti ai Ricchi e Poveri con “La prima cosa bella” a Sergio Endrigo con “L’arca di Noè”. Molto staccata dai primi giunse Orietta Berti con “Tipitipitì”.

Musicalmente al mondo c’erano anche gli ultimi Beatles, i Led Zeppelin, l’LP di Woodstock, e Simon & Garfunkel, ma io il 28 febbraio 1970 questo ancora non lo sapevo. Quello che mi interessava era poter registrare le canzoni del Festival per risentirle il giorno dopo in macchina. Ai tempi bisognava arrangiarsi ed io lo feci, usando un registratore a bobine della Magnetofoni Castelli (col microfono vicino all’altoparlante della TV). Avevo 13 anni e il giorno dopo era prevista una gita in montagna: andavamo a trovare un cliente di mio padre che aveva acquistato da poco una villetta a Borno.

Il viaggio verso questa nuova destinazione fu veloce e gradevole: a tutto volume. Ricordo che all’altezza di Ossimo Superiore la benzina iniziava a scarseggiare e non eravamo certi che ci fosse un benzinaio in un posto così sperduto. Fu così che iniziammo a cantare “Io mi fermo qui” dei Dik Dik. Che fosse un presagio?

Fatto sta che raggiungemmo, comunque, la meta. La villetta del cliente di mio padre, in Via Rivadossa, aveva una vista splendida, la giornata era piena di sole, l’ospitalità era impeccabile.

piazza borno anni 70

Dopo pranzo visitammo il centro del paese: vedendo la piazza, la fontana e il sagrato a mia madre venne spontanea la domanda: “Ma non è che ci sia una casa in vendita qui?”

Ora qualcuno potrebbe dubitare del fatto che in quel frangente si palesasse istantaneamente un geometra che aveva avuto un incarico di vendita la sera prima.

“Solo nella favola di Aladino può apparire il Genio al momento opportuno! Questa storia non è vera!” Lascio serenamente i dubbi a chi se li vuole tenere, ma la verità è che noi ci trovammo a vedere quella che sarebbe diventata la nostra casa lo stesso giorno in cui visitammo Borno per la prima volta. Fu amore a prima vista.

Borno ai tempi non aveva ancora la vocazione turistica di oggi, anzi: era un paese decisamente più piccolo. Quasi non c’erano case oltre l’Hotel Korallo (che ai tempi si chiamava Rusen). Al posto del Sermark, in cima al paese, c’era una fabbrica di bottoni.

In Via Vittorio Veneto aveva appena aperto il negozio di calzature, Martino gestiva la Genzianella Sport dove ora c’è la Coccinella, la ferramenta Stella Alpina era al posto del negozio dei funghi. Invece del PizzCamì c’era il primo negozio di Zanaglio. E poi c’erano macchine ovunque: si transitava con doppio senso di marcia. I dissuasori dovevano ancora essere inventati…

A quei tempi non c’erano gelaterie e ricordo pochissimi bar o ristoranti: però avevamo il Cinema Pineta e d’estate si faceva la coda per entrare.

Nel 1970 non c’erano nemmeno le cabine telefoniche: era appena stata attivata la teleselezione. Per ricevere le telefonate si chiedeva il piacere di utilizzare il telefono di qualche negoziante. Noi andavamo dalla Madalì, che aveva un negozio di alimentari di fronte alla farmacia, dove ora c’è Squaratti.

Era un piacere veder seccare i funghi porcini all’aperto, fuori dalle porte, su di una sedia e senza nessuna custodia. I bornesi si fidavano gli uni degli altri: erano - e sono - una grande famiglia.

All’inizio degli anni ‘70 a Borno non c’erano ovovie, seggiovie o skilift, ma nevicava sempre. Per sciare si andava oltre Croce di Salven dove una manovia (cioè una corda cui attaccarsi con le mani) risaliva una blanda discesa per circa 200 metri.

È proprio del 1970 la prima delle cronoscalate Malegno - Borno. Forse anche così si cercava di richiamare il turismo.

A quei tempi ho conosciuto i cugini Guidetti, con cui giocavo a pallone nel parco della Villa. Dove ora si fanno alcuni giochi del Palio c’erano due porte da calcio. Per accedere al Parco bastava passare su di un ponticello di legno, direttamente dalla Villa.

Mia madre frequentava Adelina Trotti, l’ostetrica cui è dedicata la scuola e la madre e le sorelle della Famiglia Re, quella del Cardinale Giovanni Battista. Mio padre ospitava spesso alla domenica il padre del Cardinale, il Signor Matteo, falegname cui non dispiaceva affatto il nostro moscato pugliese.

Anche io ho frequentato un Re, modestamente. Era Padre Pierino Re (cugino di Giovanni Battista): la persona più allegra e disponibile che io abbia mai conosciuto. È morto da missionario in Togo, troppo giovane e troppo poco rimpianto.

Chiudo queste note ricordando un pomeriggio estivo del 1974. Era l’8 agosto e stavo bellamente facendo i fatti miei, forse giocavo con mio fratello nel cortile di casa. D’un tratto vedo arrivare quattro o cinque signori di Borno che ci invitano, con molta decisione, a seguirli in montagna. Ai tempi la parola trekking non era ancora stata importata in Italia, ma - seguendo gli sconosciuti bornesi - mi sono trovato a fare trekking a mia insaputa.

Una volta arrivati a San Fermo mi è stato offerto un bicchiere di vin brulè. Quello offriva l’organizzazione! Nel rifugio non c’era ancora l’acqua: bisognava andare a prenderla con una tanica al ruscello, più in basso...

Corroborato dal vino e dalla luce della torcia ho partecipato così alla prima fiaccolata. All’arrivo non c’era la diretta TV, le bancarelle e mezza Valle a guardare, come ora. All’arrivo quella sera c’era tutta Borno ad applaudire e un immenso falò, sempre più grande, alimentato dalle torce di quei pochi temerari scesi da San Fermo.

Di quella serata mi è rimasta la medaglietta ricordo (ma non ricordo dove mi sia finita) e la sensazione di essere per i bornesi sì un villeggiante, ma uno accettato, uno della comunità.

Dal 1970 Borno è il rifugio per le mie vacanze e per il relax, ma rappresenta per me soprattutto un luogo dell’anima, il posto dove ho stipato, come in uno scrigno, una vita di ricordi, di affetti e di amicizie, troppo lunghe e troppo intense per essere ricordate così, in poche righe.

Oggi, a 50 anni esatti dalla mia prima volta, nella casa di Borno c’è mio figlio, con la moglie e mia nipote. La vita è continuata, è volata quasi, ma la casa è ancora lì. Ci sono cresciuto io e lì, con mia moglie - anche lei bornese adottiva -, ho cresciuto i miei figli. E spero che loro possano fare lo stesso.

Spero anche che fra altri 50 anni i miei eredi possano raccontare il seguito a questa piccola storia e che la Redazione la voglia ancora, cortesemente, pubblicare sulla Gazza… Pota!

Buona Pasqua, nonostante tutto...

Carissimi soci e amici della Gazza, non avete avuto nostre notizie da un po', ma in questo periodo surreale, pieno di preoccupazione per la salute nostra e dei nostri cari, ci è parso superfluo se non addirittura inopportuno scrivere alcunché. Tra proclami, opinioni, allarmismi, fake news e sterili polemiche, già troppe parole si sono spese e si spendono sui vari media riguardo la situazione che ha colpito duramente l'intero pianeta, ma in particolar modo la regione in cui viviamo.
Ma ora siamo prossimi alla Pasqua, e al consueto appuntamento con l'uscita del numero primaverile del nostro giornalino. La redazione, in accordo con il Consiglio Direttivo del nostro Circolo Culturale, ha deciso di annullarne la pubblicazione, devolvendo la somma destinata alla stampa all'Ospedale di Esine, che necessita di ogni aiuto per affrontare questa terribile emergenza.
I motivi sono principalmente di ordine pratico: è infatti molto complesso per noi procedere all'impaginazione, alla stampa tipografica ed infine alla distribuzione delle copie in questo periodo di quarantena. È altresì vero che, anche dal punto di vista dei contenuti, non è facile per noi "fare finta di niente", e scrivere di fatti e cose "di tutti i giorni" (seppure per noi importanti) durante un'emergenza sanitaria che, anche nel nostro piccolo paese, sta arrecando perdite ed angoscia.
Certi della vostra comprensione e del vostro appoggio, vi promettiamo un prossimo numero del nostro periodico più ricco e corposo, augurandoci di poter riprendere al più presto le nostre attività e i nostri incontri: mai come ora ci manca la condivisione di cose belle ed emozionanti, dove la cultura e la passione ci facciano sentire vivi.
Nel frattempo, per non lasciarvi "a bocca asciutta" e per non smettere di immaginare un futuro "normale", vi proponiamo un paio di articoli che avrebbero dovuto essere pubblicati sul giornalino: il primo è del nostro Roberto Gargioni, e riguarda il Concorso Letterario "Una canzone, un ricordo", il secondo è dell'amico Pino Botta, storico villeggiante che ci racconta il suo mezzo secolo di amore per Borno.
Ricordandovi che ci farebbe molto piacere ricevere da parte vostra notizie, impressioni, idee in questo momento di "lontananza", cogliamo l'occasione per augurarvi una Pasqua serena, nonostante tutto.

edizione Estate 2020

“TIRARE IL FIATO”

È un’espressione tipica del nostro parlare per indicare un momento di riposo dopo un duro lavoro, una ritrovata serenità dopo la tensione per un pericolo o una difficoltà. La pandemia non è ancora passata ma, almeno qui in Italia (compreso la martoriata Lombardia), sembra ci conceda appunto un momento per “tirare il fiato”, per riflettere su ciò che abbiamo vissuto come fa il nostro presidente nell’editoriale su questo primo numero de “La Gazza” 2020. Ci mancheranno molte iniziative che caratterizzano le estati bornesi, ma anche questa può essere l’occasione per respirare, ripensare e progettare un nuovo futuro anche per il nostro paesello.

In archivio tutti i numeri precedenti della Gazza.

concorso letterario 2020

Ieri, martedì 18 agosto, si è svolta la sempre attesa serata finale di premiazione dei vincitori della 13a edizione del “Concorso Letterario – Racconta una storia breve”, organizzata dall’Associazione Circolo Culturale “La Gazza” e “Borno Incontra”, avente quest’anno per titolo “Una canzone, un ricordo”. I vincitori sono stati premiati, tra letture e musiche, in presenza dell’Ospite d’Onore Andrea Di Marco che ha fatto tappa a Borno (BS) con “Tracce di Shomano”.

Comunicato stampa

Servizio di Teleboario

Andrea di Marco ospite d'onore al concorso letterario 2020
corsi di ginnastica con Marco Franzoni 2020
Gazza autunno 2020

In archivio tutti i numeri precedenti della Gazza.

Gazza inverno 2020

A molte parole oggi si fa premettere o seguire l’espressione diverso, diversamente per volgere in positivo ciò che sembra non lo sia, a volte con buone intenzione, a volte con amara ironia. È fuori di dubbio che l’anno che sta per finire sia stato diversamente sereno, come probabilmente saranno diversamente gioiosi i prossimi Natale e capodanno.
Nella prima pagina del nuovo numero de “La Gazza”, però, Fabio ci suggerisce che, se ci ripensiamo, delle stesse feste natalizie ognuno di noi può avere dei ricordi molto diversi. Anche se, contraddicendo il suo significato, l’espressione fa parte ormai della retorica e dell’omologazione, noi tutti ci auguriamo che con il prossimo anno possa davvero iniziare per tutti un periodo non diversamente sereno, bensì serenamente e realmente diverso.

In archivio tutti i numeri precedenti della Gazza.

La Gazza Borno BS

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