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“Un’emerita fandonia ovvero Carducci a Pistoia – La vera storia” di Enrica Tais

Premio Letterario
“Un’emerita fandonia ovvero Carducci a Pistoia – La vera storia”
Menzione Speciale della Giuria Categoria Adulti – Edizione 2021

 

A Pistoia, una lapide al civico 23 di Via Carducci ricorda che lì visse il vate “quando nel Liceo Forteguerri ammaestrava la gioventù pistoiese preparandola ai grandi destini della patria risorta”. La permanenza in città del poeta fu breve e il vero motivo parrebbe sepolto negli archivi segreti del Ministero dell’Istruzione. La storia che segue è il risultato di un’accurata ricerca fra i faldoni polverosi sepolti in quelle stanze.
All’epoca in cui il poeta si trasferì in città, la strada si chiamava Via dell’Amore e Carducci la elesse a domicilio perché il nome gli ricordava il primo poema che, giovanissimo, aveva cercato di dare alle stampe. In realtà il tentativo non era andato a buon fine. L’opera era in endecasillabi e aveva un tono melodrammatico ben diverso dalla sua produzione matura; pertanto l’editore a cui l’aveva proposta, un tale di nome Fioretti, rifiutò di pubblicarla. Era però il primo esperimento letterario compiuto del poeta, gli ricordava la giovinezza e i palpiti sentimentali che l’avevano accompagnata e quindi ci era affezionato. Il lavoro aveva l’altisonante titolo di Amore e Morte.
Un giorno Carducci, che al liceo Forteguerri insegnava lingua e letteratura greca, raccontò la coincidenza ai suoi studenti e uno di loro, una testa calda dallo scarso rendimento che spesso travalicava i limiti del buon gusto, lo prese in giro dicendo: “Ora che a Pistoia avete trovato l’amore, non vorrei mai che aveste a imbattervi anche nell’altra protagonista della vostra cantata.”
Chiaramente si riferiva alla morte ma Carducci, anziché rimproverare l’allievo e chiedere al preside un provvedimento disciplinare, impartì alla scolaresca una lezione di stile e di educazione. Ribadì, infatti, prontamente: “In verità io ben ritengo di averla già incontrata, la protagonista a cui alludete, quando vedo lo scempio che fate di questa povera lingua, in cui cerco ostinatamente di ammaestrarvi, e delle opere che in essa furono scritte; laddove invece l’una e le altre dovrebbero indurre nelle vostre giovani menti il rispetto per la cultura antica e accendervi i petti di un fervido amor di patria”.
Purtroppo le famiglie degli alunni, appartenenti ad elevato ceto sociale, invece di sostenere l’attività pedagogica del docente e apprezzarne la levatura morale, si ritennero offese dalle sue parole, in cui videro un implicito oltraggio anche alle rispettive casate. In particolare i genitori dello studente indisciplinato accusarono il poeta di aver causato gravi danni psicologici al loro rampollo, che non riusciva più a frequentare con profitto la scuola in quanto grandemente a disagio nei confronti dei compagni e degli altri insegnanti. Pretesero quindi l’allontanamento di Carducci dal liceo Forteguerri.
 Il preside si rivolse al provveditore e il provveditore all’allora ministro Mamiani, che si trovò ad essere fortemente imbarazzato dalla questione, vista la crescente fama del poeta. D’altronde era difficile ignorare del tutto la richiesta, considerato il rango degli istanti.
Infine, dopo più di un ripensamento e acquisito il parere del Consiglio della Pubblica Istruzione, il ministro conferì a Carducci la cattedra di Italiano presso l’Università di Bologna e al liceo Forteguerri, al posto del poeta, venne chiamato un nuovo docente.
Ad una più matura riflessione, il sospetto è che però tutta questa storia, escluse poche parti di verità chiaramente individuabili, sia solo un’emerita fandonia ideata da un annoiato e fantasioso archivista fra una pausa e l’altra del suo lavoro al ministero.
Motivazione della Giuria
Con una prosa piacevole, sicura e “didattica”, sospesa tra verità e fandonia, un arguto e sorprendente racconto dedicato al poeta Giosuè Carducci, insegnante al Liceo Forteguerri di Pistoia da cui viene allontanato per aver “oltraggiato” la gioventù villana e poco propensa allo studio a causa di una lezione di stile e di educazione.
 
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