Luci a San Fermo di Dino Groppelli - Bornoincontra

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Luci a San Fermo di Dino Groppelli

Premio Letterario
 
 "Luci a San Fermo" di Dino Groppelli,
Vincitore Premio Speciale della Giuria Edizione 2009



Era solo un vecchio binocolo della marina, forse dell'ultima guerra, e forse non sapeva nemmeno lui da dove fosse arrivato. Corpo grigio, finta pelle, lenti un po' sfuocate e spelacchiate, il tutto in un astuccio di cuoio nero con tracolla logora. Non era nemmeno un pezzo di antiquariato.
Era vecchio e basta!
Ma quella sera... quella sera di agosto...
All'inizio era solo una leggera vibrazione, un dondolio, ma progressivamente si è trasformato in un sussulto, un salto; voleva uscire dalla sua custodia, voleva rivivere, voleva rivedere, e far rivedere.
"Ma sei solo un vecchio binocolo - lo esortavo io - cosa vuoi fare, e poi è quasi sera, verrà presto buio".
Niente, vibra, scalcia e mi indica un punto. "Non c'è niente lì - piagnucolo io - c'è solo cielo...".
La rotellina della messa a fuoco inizia a muoversi di qua e di là, cerca, forse lui vede già, ma io, i miei occhi, sono ancora più vecchi dei suoi...
Improvvisamente vedo, come non vederlo prima..., è enorme e si muove, ondeggia, crepita, sfarfalla.
Grande, enorme fuoco sulla cima di un monte. Che spettacolo! Sono affascinato.
"Grazie" dico sottovoce vergognandomi un po' per la precedente mancanza di fiducia.
È soddisfatto ora il vecchio binocolo, si gongola un po'.
"Ma perché ti muovi adesso, lasciami vedere ancora un poco, lo spettacolo è troppo bello!"
Niente, si muove, vuole farmi vedere qualcosa di diverso, ma non comprendo.
Il grande fuoco sembra si divida, si sminuzzi in migliaia di fiammelle. Ma... forse è il vento, là sul monte.
Ora le fiammelle si mettono in fila come soldatini, si muovono e avanzano.
No, non è possibile... Eppure il binocolo insiste, controlla ancora la messa a fuoco, mi incita a guardare meglio.
Le fiammelle ora sembra si vogliano dividere.
Allora il binocolo salta un po' giù e un po' su. Vuole farmi vedere tutto quello che succede.
Una fila di fuoco costeggia la parte alta della montagna e l'altra fila, piano piano, sembra scomparire tra i boschi di pini.
Lo spettacolo è sempre più affascinante. In un ultimo sforzo sovrumano, quasi esalando l'ultimo respiro, il vecchio binocolo mi fa la messa a fuoco più precisa, più adatta al mio occhio, ed ecco che sotto ad ogni fiammella vedo un uomo, una donna, un ragazzo, anche un anziano...
Camminano lenti, con un po' di fatica, la strada è ancora lunga, ma mi sento di immaginare stiano sorridendo.
Se non fossi sicuro che si tratti di un pezzo di metallo e vetro... ma si... mi sembrerebbe che anche il vecchio binocolo sorrida ora.
Motivazione della Giuria
Il binocolo come metafora di ricordi.
Un dialogo tra l'uomo ed i suoi "occhi artificiali" per sottolineare l'emozione di un evento fissato nella memoria.
 
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