Una canzone, un ricordo” di Anna Bettoni - Bornoincontra

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Una canzone, un ricordo” di Anna Bettoni

Premio Letterario

Una canzone, un ricordo” di Anna Bettoni
Menzione Speciale della Giuria “Categoria Giovani Under 18”
Edizione 2020


Vorrei poterti raccontare di un mondo che non esiste come se esistesse, vorrei che tu potessi cadere con me nel luogo più profondo di te. Vorrei che tu potessi tendere la mano come per sfiorare il sole che filtra tra le nuvole ed acchiappare quello che passa tra le foglie. Vorrei trasmetterti che c’è sempre un senso più grande che attraversa le epoche creando i talenti che vi abitano, in grado di illuminare le coscienze di pochi. Dimmi che la provi anche tu quell’emozione forte, dimmi che lo senti anche tu quel brivido avvolgente davanti a ciò che è meraviglia. Dimmi che anche tu senti come paradossalmente pesanti i sospiri che prospettano la paura. Dimmi che non ti manca nulla ma che non sei felice perché non capisci il senso del tutto. Fammi sapere se anche tu vorresti restare in silenzio almeno per un po’ e se almeno una volta hai sognato guardando un film. So che le tue risposte coinciderebbero con le mie, per questo condivido con te tutto quello che vivo, per questo perdo il senso se mi stacco da te e le certezze diventano più leggere dell’aria. Mi sveglio sempre con te verso le otto del mattino e sento la tua voce che mi dà il buongiorno, apro gli occhi e oggi come ieri capisco che una nuova giornata è iniziata. Mi piace ridere con te della mia pigrizia al mattino, sdrammatizzando la stanchezza incisa sul mio viso. Anche oggi mi segui fuori dalla porta osservando con me quanto sia bella la luce che si posa con delicatezza sulle vetrate enfatizzandone i colori. Siamo sempre intenti ad osservare le sfumature più sottili e il nostro sguardo pone l’attenzione sui medesimi particolari. Mi accompagni a scuola dove purtroppo mi lasci e io resto sola, ma è così che funziona, tu non puoi esserci sempre per me. Entro dalla porta come ho fatto per molte volte e per chissà ancora quante farò, ma proseguo sempre più difficilmente e con sempre più fatica. Le mura mi soffocano, le persone attorno a me non le vedo perché gli occhi non si alzano mai. Inizia un circolo che non ha fine sino al suono della campanella. Nei libri prende vita il mio sfogo, incido le lettere che scrivo come potessi trafiggere chi mi sta accanto. Nulla di ciò che sei va bene, nulla di ciò che cerchi di essere. Concetto primitivo, basico e vero. Così come è successo moltissime altre volte resto sospesa tra ciò che mi vorrebbe far cadere e ciò che mi tiene tesa. Infatti ti penso in questi momenti ma tu sei a casa non con me, provo a ricordare dei nostri momenti insieme ma prevale la realtà sul pensiero interiore. Sfioro la mia mano come lo faresti tu ma niente, preferisco stringere le dita forti nel pugno fino a sentire le unghie nel più profondo della mia pelle per scacciare indietro quel soffocante nodo alla gola che deve passare. Sei sempre nel mirino e non te ne liberi, sarebbe bastata una persona diversa per non avere la nausea, per non sentire il vuoto e avere sane abitudini. Non puoi dire quello che vuoi, devi rimanere nel mezzo e seguire gli altri, mai nulla di troppo, mai essere di più e mai di meno. So di dover essere impeccabile, sempre precisa nell’esaminare i dettagli imprecisi di me stessa. L’importante è imparare a passare inosservata, a mangiare poco e a stare poco con chi ti andrebbe di stare davvero. Bisogna essere in grado di stare con loro, sempre e solo con loro, che non sono il meglio ma neanche il peggio. Io ho bisogno di loro, altrimenti sono nulla, altrimenti sono il nulla. Non mi devo mai staccare, devo continuare a sopravvivere con loro, devo continuare a sorridere e da fuori sembriamo un quadro perfetto. Seguo le regole del gioco, lo faccio per reggere e prima dimenticherò la felicità prima sarò in grado di vincere a questo gioco. Tanto poi arriva l’ora in cui posso andare in bagno senza che nessuno sospetti che lì si consumi la distruzione di tutto ciò che resta di me, basta resistere fino a quell’ora per rigettare tutto quello che ho trattenuto sino a quell’ istante per poi riprendere il gioco rigenerata come se nulla fosse per me e per gli altri. Tanto anche oggi la giornata è finita e riesco a tornare da te che riesci a tradurre e completare i miei pensieri. Torno da te che sai capirmi e che sai esserci anche se io è come se non ci fossi più. Grazie per dirmi anche oggi di respirare piano e stare tranquilla, grazie per essere in grado anche oggi di guardare le mie ferite senza giudicarmi ma sdrammatizzandole come solo tu sei in grado di fare. Quando ti chiedo come mai non puoi essere sempre con me tu ti frantumi e non riesco più a capirti. Litighiamo perché io non riesco mai a lasciarmi andare e voglio sempre importi delle rigide regole come le applico a tutto. Oggi ti sento troppo distante e non so come avvicinarti. Conosco un solo modo che ci fa sempre tornare in sintonia. Saliamo insieme in macchina e metto subito la nostra canzone “I Want To Break Free”, e piano piano sento che ricominciamo a vedere i dettagli nello stesso modo. Così come cantavano i Queen anche io voglio essere libera perché la vita continua e non si può pensare di non proseguire con essa, ma io non posso abituarmi a vivere senza di te dalla mia parte. La verità è che entrambi abbiamo lo stesso obiettivo, vogliamo liberarci, tu dalle mie bugie e io dal bisogno che ho di te. Strano ma vero, ogni volta torniamo ad abitare gli stessi pensieri grazie ad una canzone e mi sembra quasi che la realtà superi qualsiasi fantasia. Forse la musica ha una forza che non possiamo controllare, come se fosse un punto di congiunzione tra l’umano e qualcosa di più grande che si rispecchia sulla Terra, tale per cui ci si potrebbe parlare anche solo servendosi di frammenti di canzoni. I nervi si distendono e la vita riparte, guardiamo i paesaggi che passano veloci e mi sembra che i problemi si smaterializzino e non siano alla pari di questa felicità. Riesco a perdermi tra frammenti di ricordi positivi non per forza con un filo conduttore che mi rammentano ciò che ho costruito e la mente fa viaggi infiniti fuori dal tempo. Grazie perché anche oggi mi ricordi che sono gli altri ad essere ignoranti, che non sono sempre felici e che qualora lo fossero sarebbe una felicità effimera e mai completa. Mi ribadisci che le persone sensibili portano un peso che gli impedisce di essere sempre felici, ma quelle poche volte la felicità che proviamo è immensa e aiuta a trovare un senso a tutto riordinando la logica della vita. Mi dici che la mia unica salvezza sarà quella di enfatizzare tutte quelle differenze che prima tenevo nascoste e sento che la vita torna ad esistere all’interno del mio corpo creando uno spazio che solo io posso abitare. Con la musica e le tue riflessioni torno ad essere quella che sono e non una proiezione distruttiva. Respiro perché c’è qualcuno che è riuscito a dare forma ai miei pensieri sfuggenti, mettendoli in fila davanti a me, ripulendoli dal male in cui erano immersi per renderli solo un lontano ricordo sbiadito dal tempo. Oggi mi chiedi di renderti giustizia, di essere ricordato e io sorrido. Oggi mi dici che vorresti che le persone si volessero bene davvero, per essere in grado di amarsi da sole prima che gli altri manifestino il loro bene talvolta falso. Tu vorresti che sapessero che saranno capaci di conoscersi e accettarsi davvero capendo di avere al loro interno qualcosa di grande che devono coltivare, pur non sapendo ancora di cosa si tratti. Perché poi se ci pensiamo bene è solo con noi stessi che siamo certi di vivere per sempre. Mi chiedi di ribadire che la vera felicità è un semplice giro in macchina con la canzone che ci purifica. Quello che ti dico io è che tu sei tutto quel senso che non trovo mai da sola e che mi impedisce di perdermi nella lunga e insensata via della vita. Oggi ti dico che crescerò, che non avrò più bisogno di te per giocare come facevo da piccola e di discutere crescendo. Sottolineo però che tu ci sarai per tutte quelle volte che penserò di farmi del male ma poi non lo farò. Dico che basterà la nostra canzone per farmi dimenticare della realtà e portarmi nell’altra dimensione con te che sei la sfaccettatura della mia anima che mi tiene in vita, perché per essere mentalmente in due fisicamente si può essere un individuo soltanto. Ti ripeto che forse qualcosa l’ho capito in tutta questa barzelletta, che tu non esisti e io lo so da sempre, ma quando sono con te trovo quella parte di me che ancora e per sempre si vorrà bene.
 
Motivazione della Giuria
Testo personale e intenso, che esprime una forte conflittualità interiore, in cui il lettore è coinvolto con ritmo incalzante nel viaggio della profonda psiche adolescenziale, in un continuo vortice relazionale tra l’Io ed il Tu.
“I want to break free” dei Queen riporta a galla i ricordi e torna la sintonia. O forse no?
 
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