Probabilmente tutti lo sappiamo ma non ci soffermiamo a sufficienza a rifletterci, forse per vergogna o forse perché abbiamo paura ad ammetterlo: l’essere umano è da sempre predisposto a raccontare “fandonie” o anche meglio conosciute come “bugie”. Da Adamo e Eva nel paradiso terrestre alle fake news dei social il passo è breve. Così come dall’epico Ulisse di Omero al Pinocchio di Collodi. Oppure in famiglia, al lavoro, a scuola, in palestra o in tanti altri luoghi che siamo soliti frequentare con i nostri simili. Uno studio condotto dall’Università del Massachussetts ha rivelato che per il 60% degli interlocutori che già si conoscono dice una “frottola” entro dieci minuti mentre se è la prima volta che si parlano da sconosciuti la media sale a tre “panzane” nello stesso intervallo di tempo.
Siamo tutti consapevoli per esperienza diretta e indiretta che le “fanfaluche” si modificano con l’età, delineando una panoramica di diversi livelli di “bufale”, con sfumature in termini di sinonimi e gerghi tipicamente dialettali. Ecco venirci incontro la psicologia nell’evidenziarci la presenza delle “bugie bianche” considerate inoffensive ed accettate; delle “bugie blu” dette per tutelare se stessi ed un gruppo di appartenenza; delle “bugie nere”, egoistiche e predatorie, le più pericolose. Di fronte a tutto ciò è innegabile che mentiamo dalla nascita e questa è una “verità” scomoda a dirsi! Provate a pensarci: la società potrebbe non far del male a qualcuno se tutti dicessimo sempre la verità? Le bugie crescono con noi, diventano sempre più articolate e strutturate, tanto da diventare esse stesse delle vere e proprie storie da raccontare.
Ed è quanto ricerca questa 14a edizione del “Premio Letterario – Racconta una storia breve” dal titolo “Un’emerita fandonia” organizzata dall’Associazione Circolo Culturale “La Gazza” e da “Borno Incontra”, aperta a tutti, scrittrici e scrittori, giovani e meno giovani, dall’Italia e dall’estero, con racconti inediti, veri o anche semplicemente inventati. Precisiamo che nessuno vuole in questo contesto esaltare la “menzogna” in quanto tale, anzi, piuttosto scoprire che anche alla “bugia” può essere associato un vero e proprio genere letterario. L’obiettivo di questo originale titolo è dunque quello di stimolare la stesura di testi che abbiano al centro “fandonie” degne di essere raccontate in quanto sono dentro e intorno a noi.
Il “Premio letterario – Racconta una storia breve”, organizzata dall’Associazione Circolo Culturale “La Gazza” di Borno (BS) e “Borno Incontra”, intende dunque far emergere questa prerogativa tutta umana, aiutata dalla bellissima e rappresentativa immagine del grande fumettista Gigi “Sime” Simeoni che illustra quanto le “maschere” indossate accompagnino ogni situazione. Come affermò il grande scrittore, poeta e pedagogista Gianni Rodari che ricordiamo con affetto nel post-centenario della sua nascita: “Nel paese della bugia, la verità è una malattia”. Come dargli torto?
La manifestazione si avvale dei Patrocini del CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche, della Regione Lombardia, della Provincia di Brescia e della collaborazione del Comune di Borno, del “Sistema Bibliotecario - Comunità Montana di Valle Camonica” e di alcuni operatori locali, oltre del ruolo fondamentale dell’autorevole Giuria a cui va un sentito ringraziamento per la qualità e la professionalità del lavoro che svolge.